Premessa necessaria
I temi trattati sono presentati facendo ricorso alle principali classificazioni internazionali dei disturbi relativi al comportamento umano. Ciò si verifica per un necessario adeguamento ad un codice condiviso visti gli imprescindibili vincoli di comunicazione, come la possibilità di incontro tra richiesta e risposta professionale.
Chi cerca consulenza, infatti, utilizza lo stesso codice (nosologico e identificativo) perchè aderisce ad una proposta di cui tutti – professionisti e non – si servono per parlare, seppur con ovvie differenze, dell’universo psicologia e società.
Attraverso libri, informazioni su web, interferenze psico in ambito sanitario (vedi il concetto di stress) è entrato in uso nel linguaggio un gruppo di parole, senz’altro semplificante, con cui si può presumere di focalizzare l’attenzione su uno stesso tipo di problema dell’area del comportamento: disturbo di personalità, depressione, attacco di panico, bulimia nervosa, disturbo ossessivo compulsivo, etc. Condividere un codice linguistico come questo ha il vantaggio di tagliare le spese allo sforzo intellettuale di ricerca espressiva ma ha lo svantaggio di perdere il molteplice e il diverso che appartiene a ciascuna esperienza soggettiva.
Con tutto questo si vuole affermare che, nonostante l’utilizzo di termini di richiamo alle patologie della mente, la dimensione qui adoperata per fare “psicoterapia” abbandona queste suddivisioni, tenendone conto solo quanto basta per un confronto con le debite domande a proposito di cosa sia un comportamento funzionale e adattato. Il “core” o nucleo essenziale profondo di questa proposta vede la stanza di lavoro non tanto come un ossessivo confessionale o come una rassicurante box di risposte per padroneggiare la felicità ma come una ricerca condivisa, in una parentesi liberamente scelta di approfondimento personale, per gravitare attorno a sé con in intreccio di saperi a confronto.